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Il Burnout

Psicologa Valentina Bassi
Pubblicato da Valentina Bassi in Psicologia del lavoro · 21 Dicembre 2023
Tags: burnout
Il Burnout
Definizione
Il termine Burnout letteralmente significa “bruciato” o “esaurito”, viene utilizzato per descrivere uno specifico tipo di esaurimento psicofisico legato al lavoro. Seconda la definizione dell’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il Burnout è uno stato di stress cronico correlato al lavoro. Nel 2019 viene riconosciuto come sindrome ed entra a far parte dell’International Classification of Disease (ICD). La sua principale caratteristica è la sensazione di esaurimento delle energie fisiche e mentale, si tratta infatti, secondo la definizione di Maslach, di una “sindrome psicologica che emerge come risposta prolungata a stressors interpersonali cronici sul luogo di lavoro.”  La sindrome dipende dalla risposta dell’individuo allo stress psicofisico e sopraggiunge quando le risorse non sono adeguate a fronteggiare la situazione, quindi vi è uno squilibrio tra richieste dell’ambiente lavorativo e risorse dell’individuo. L’OMS infatti spiega che si tratta di uno stress cronico malgestito, ma che non si tratta di malattia o condizione medica. Quindi NON si tratta di Burnout se lo stress è legato a situazioni al di fuori del contesto di lavoro, se sono presenti veri e propri disturbi e se lo stress è temporaneo o prevedibile.
Inizialmente si riteneva che la sindrome da Burnout colpisse solo le professioni di aiuto, adesso si riconosce che possa colpire tutte le professioni, ma ne sono soggetti soprattutto coloro che lavorano nelle professioni di aiuto, ad esempio: medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali, ma anche pompieri, forze dell’ordine e in generale chi è a contatto con altre persone e deve gestire situazioni di emergenza.

Sintomi
Le principali caratteristiche del Burnout sono quindi:
-          Esaurimento: le persone si sentono prosciugate, stanche, emotivamente esauste ed incapaci di far fronte alle richieste del lavoro e di recuperare le energie;
-          Sensazione di alienazione delle attività lavorative: il lavoro è percepito come sempre più stressante e frustrante, inizia ad esserci un distanziamento emotivo dal lavoro e un sempre minor impegno che può manifestarsi anche con atteggiamenti non accoglienti verso colleghi e clienti/pazienti;
-          Riduzione delle performance lavorative: si riducono motivazione, concentrazione e creatività portando a una riduzione della performance. La persona perde fiducia nelle sue capacità e sentono di non essere in grado di rispondere ai compiti lavorativi.

Oltre a questi sintomi che sono i più caratteristici e sempre presenti nel Burnout ne possiamo individuare anche altri che riguardano le aree fisica, psicologica e comportamentale, come:
-          Stanchezza per la maggior parte del tempo;
-          Ammalarsi di frequente;
-          Frequenti mal di testa;
-          Dolori muscolari;
-          Difficoltà nel sonno;
-          Cambiamenti nell’appetito;
-          Bassa autostima;
-          Mancanza di speranza;
-          Perdita di motivazione;
-          Mancanza di soddisfazione;
-          Irritabilità;
-          Cinismo e indifferenza;
-          Ridotta assunzione di responsabilità;
-          Ridotta produttività e procrastinazione;
-          Difficoltà nella gestione degli stati emotivi e ricorso per gestirli a cibo, alcol o sostanze;
-          Assenteismo sul posto di lavoro;
-          Demoralizzazione che può arrivare a depressione;
-          Resistenza nel recarsi al lavoro ogni giorno;
-          Preoccupazione costante;
-          Senso di colpa;
-          Difficoltà nel pensare in modo chiaro;
-          Tachicardia;
-          Nausea;
-          Disturbi sessuali;
-          Vertigini;
-          Frequenti lamentele rispetto al lavoro.

L’esordio di solito non è improvviso, ma graduale, i primi sintomi sono solitamente quelli fisici e l’impossibilità di recuperare la stanchezza nonostante si abbia la possibilità di riposare.

Cause
Le cause del Burnout possono essere diverse e di solito l’origine della sindrome è multifattoriale, un insieme di fattori personali e legati al contesto. Tra le caratteristiche personali possiamo trovare:
-          Perfezionismo;
-          Pessimismo rispetto a sé e al mondo esterno;
-          Bisogno di controllo;
-          Tendenza ad identificarsi con la propria professione;
-          Personalità autoritaria;
-          Carattere introverso;
-          Ritenere di essere indispensabile;
-          Obiettivi troppo elevati.

Sono inoltre fattori di rischio l’età avanzata, la mancanza di una relazione sentimentale stabile e sono più colpite le donne rispetto agli uomini.

Per quanto riguarda i fattori legati al contesto che possono essere coinvolti nell’esordio del burnout alcuni esempi possono essere:
-          Carichi di lavoro eccessivi;
-          Mancanza di controllo sul proprio lavoro;
-          Scarso senso di appartenenza all’organizzazione;
-          Mancanza di supporto o tensione tra colleghi;
-          Difficoltà e conflitti nella programmazione del lavoro;
-          Inadeguate politiche di sicurezza sul lavoro;
-          Incongruenza tra i valori personali e quelli organizzativi;
-          Insicurezza del posto di lavoro e mancanza di riconoscimenti per il lavoro svolto;
-          Lavoro monotono e ripetitivo;
-          Attività inadeguate rispetto alle competenze, con l’assegnazione di troppe o troppo poche responsabilità;
-          Insufficiente comunicazione da parte dei superiori;
-          Obiettivi aziendali poco chiari;
-          Programmi che cambiano spesso;
-          Scadenze irrealistiche;
-          Orari di lavoro inflessibili;
-          Eccessive pressioni derivanti dall’ambiente di lavoro.

Cosa fare se pensi di essere in Burnout?
La sindrome da Bornout comporta quindi diverse conseguenze negative per l’individuo, l’azienda, ma anche per l’utenza. È quindi importante agire preventivamente per ridurre i rischi che la sindrome si presenti, per fare questo l’individuo dovrebbe prima di tutto rispettare le proprie esigenze e prendersi del tempo adeguato per il riposo. Dovrebbe inoltre evitare di fissare obiettivi irrealistici, evitare i conflitti con i colleghi e in generale mantenere uno stile di vita sano.
Se invece si è già arrivati al Burnout per gestirlo è importante modificare il proprio stile di vita ed evitare di ignorare il senso di esaurimento, questo potrebbe infatti portare ad un peggioramento della situazione. È invece bene cercare di migliorare le relazioni sul posto di lavoro in modo che siano il più possibile positive; non dedicare interamente la propria vita al lavoro, ma trovare un equilibrio che permetta di dedicare il giusto tempo alla propria vita privata e di dedicarsi ad attività che siano una fonte di soddisfazione non legata al lavoro.
Altri aspetti importanti sono il dedicare il giusto tempo al riposo, incluse le ferie e all’attività fisica che aiuta a gestire lo stress accumulato sul lavoro.

Come detto in precedenza però il Burnout è spesso legato non solo ad aspetti organizzativi, ma anche di personalità, le indicazioni qui riportate possono essere utili se il problema è soprattutto dovuto a stile di vita e aspetti organizzativi, se è iniziato da poco e di lieve entità, ma se il problema è presente da tempo o causa una compromissione della vita della persona è bene rivolgersi ad uno psicologo che possa individuare le cause e intervenire sugli aspetti di personalità  e comportamentali che sono coinvolti nell’esordio e mantenimento del problema.



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